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Questa settimana una lunga chiaccherata con Enrico Maina, nuovo presidente ISLANDERS

Ciao Enrico, dopo anni di football giocato e di side-line, diventi il nuovo presidente degli Islanders Venezia. Qual è la tua prima sensazione?
«Già con l'esperienza di queste ultime due stagioni in side-line come assistente le sensazioni sono state diverse, è sicuramente un impegno differente dall'essere giocatore. In campo ti limiti a eseguire quello per cui sei allenato. La tensione è simile e continua ma quando giochi l'azione ti rilassa».
 
Che eredità raccogli dal precedente direttivo?
«Abbiamo sempre condiviso l’intero progetto del football americano a Venezia, quindi l'eredità è ben conosciuta. Dai grandi ai piccoli problemi, ma anche le enormi soddisfazioni. Essere riusciti a riportare il football a Venezia è stata una vittoria di tutti, dalla dirigenza dell'associazione agli allenatori ed ovviamente dei giocatori che sono la linfa vitale della squadra».
 
Quale sarà la strategia di quest’anno a livello societario?
«Continuare a sviluppare il progetto adattandolo alla realtà economica che tutti viviamo. Mantenere lo standard dello scorso anno è già un successo. Uno degli obiettivi è aumentare la nostra visibilità nel comune di Venezia».
 
Molto spesso si è discusso di programmazione pluriennale: in questo momento rimane una delle vostre caratteristiche o è difficile poter pensare in questi termini?
«E’ sicuramente più difficile, ma ci proveremo ugualmente. Un certo tipo di programmazione a lungo termine aiuta a superare momenti difficili. Se non avessimo lavorato bene negli anni scorsi ora forse non ci sarebbe questa intervista».
 
Quali sono le maggiori difficoltà nel gestire una squadra di football americano?
«La base per una gestione normale  è quella di avere una concreta possibilità economica, poi segue il problema campi e la parte tecnica. Tutto comunque viene fatto per poter dare la possibilità ai ragazzi di allenarsi e giocare nelle migliori condizioni possibili. Noi siamo uno degli sport minori tra i minori...quindi avere una "casa" dove stare stabilmente è una grande cosa. Questo grazie ai buoni rapporti che abbiamo con le altre società sportive del centro di Favaro».
 
Dove vi concentrerete maggiormente a livello sportivo?
«La season 2013 del campionato lenaf ci impegnerà completamente e, se riusciamo a disputare un buon torneo, allora abbiamo la possibilità di sviluppare il settore giovanile. L’arrivo di nuove leve è fondamentale per ogni squadra di football e, come ogni anno, svilupperemo un progetto estivo».
 
Quest’estate, con i vari reclutamenti, avete dato vita al progetto Farm Team. Come è andata?
«Nonostante le poche possibilità a disposizione, il farm team ci ha regalato un buon numero di nuovi giocatori. Questi si sono integrati molto bene con i senior».
 
Come gestite quindi l'approccio che i nuovi ragazzi devono avere quando si avvicinano per la prima volta a questo sport?
«Innanzitutto li informiamo sulla documentazione che serve, visite mediche, permessi se minorenni, li informiamo sulla lotta contro il doping e spieghiamo come funziona l'associazione. Facciamo provare qualche allenamento "a vuoto" per farli entrare nell'atmosfera  di una squadra di football. Poi, dopo vari allenamenti, potranno indossare casco ed attrezzatura. L'importante è che si sentano parte di un gruppo, di un progetto».
 
E´giusto puntare sui giovanissimi? In questo senso qual è la progettualità dalla tua associazione?
«Il gisuto mix sarebbe quello di avere in campo dei giocatori esperti che possono accompagnare i giovanissimi nella crescita».
 
Nell’ultima assemblea LENAF si è parlato parecchio dell’organizzazione del campionato del prossimo anno: c’è chi vorrebbe un campionato aperto su territorio nazionale con partite di sola andata, chi invece chiuso nei gironi andata e ritorno. Come la pensi?
«La creazione di una division o conference con partite di andata e ritorno crea delle sane rivalità tra squadre. Le partite diventano più tirate e con possibilità di riscatto in caso di sconfitta. Comunque il campionato è nazionale in quanto prevede una serie di interdivisionali. Sono favorevole a questa formula».
 
Parlando di LENAF 2013: chi vedi tra le favorite e chi sorpresa?
«Favorite sicuramente i campioni in carica Roma Nord Barbari, poi Firenze, Torino, Roma Grizzlies. Se ci saranno i Lions Bergamo, questi saranno una specie di caterpillar».
 
E gli ISLANDERS?
«Mai dire mai».
 
Cosa ti manca di più del football giocato?
«L'emozione di entrare in campo, la tensione prima del kickoff  e tutta l'energia che solo il football ti può dare. Non credo esista altro sport che combini un mix di tattica, intelligenza, forza fisica, furbizia come questo....Tanti ex giocatori dicono che mancano le amicizie create all'interno del football, io sono fortunato perché sono insieme con gli amici di una vita!».